Valentine

L’orma del gatto

“Il lavoro più bello del mondo senz’ombra di dubbio. Il nostro ufficio poteva essere la spiaggia di Grace Bay alle Turks and Caicos per poi diventare quella di Kiwengwa a Zanzibar o quella di Cayo Santa Maria a Cuba.”

Un piccolo gesto taciuto, intravisto per caso o per sbaglio, un gatto che insegue la sua preda immaginaria fanno cambiare irreversibilmente il corso e il senso di una vita che sembrava perfetta. Gli eventi precipitano, le certezze si frantumano e si spalancando le porte di un mondo parallelo di intrighi, segreti, di domande senza risposte, di specchi contrapposti e porte girevoli. Un mondo nel quale non esiste mai una sola faccia ed un’unica verità.

Paolo Piras.

Paolo Piras vive a Quistello in provincia di Mantova, dove è nato nel 1964. Diplomato Ragioniere Programmatore nel periodo in cui i computer stavano muovendo i primi passi alla conquista del mondo. Nasce come paroliere di testi per canzoni, più di cento depositati alla SIAE. Collabora alla stesura dei testi per due musical. Fra la fine dell’80 e i primi del ’90 escono quattro pubblicazioni “Qualcosa al di là del mare”, “Giada e Ramiss”, “Full di donne” e “Il cielo dei ricordi” che l’autore ha deciso di non ristampare e divenuti oramai introvabili. Sempre in quel periodo firma i testi del cd “Nonostantetutto” del gruppo musicale Adhra. Dopo la metà degli anni ‘90 la produzione artistica si interrompe bruscamente, ma probabilmente continua a fluire sottotraccia. Nell’estate del 2018, a Isla Boa Vista dell’arcipelago Capo Verde, con l’involontaria partecipazione di un gatto, nasce “Valentine – L’orma del gatto” - romanzo  pubblicato nel Natale del 2022, seguito da “Valentine 2 – L’ultima ombra” pubblicato nel 2024. La diga grigia del silenzio artistico sembra essersi irrimediabilmente incrinata.

Appunti di Viaggio 2 …

La memoria colora, o scolora, i ricordi. E’ un filtro potente in grado di creare una gamma infinita di sfumature ed “effetti speciali”. Alcune volte riesce anche a “ritoccare” certe immagini, aggiungendo o togliendo personaggi, creando colonne sonore di suoni o profumi che probabilmente nella realtà non c’erano. Invidio quelle menti lucidamente fotografiche che catalogano i ricordi nei cassetti della mente con tanto di etichetta riportante l’anno, il giorno e perfino l’ora. I ricordi dei miei viaggi sono meravigliosamente sparsi, mescolati e incasinati in un unico baule. Se non avessi le migliaia di foto stampate, quelle sì, razionalmente catalogate, sarei portato a pensare di aver fatto un unico viaggio … o di dover ancora partire …